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BACK TO SCHOOL CLASSE QUINTA 2022-23

 





LA PORTA , LA LAVAGNA, L'AULA











"LA MIA VALIGIA" LITFIBA


TESTO CANZONE

La mia valigia, casa a tracolla,
due occhi, due orecchie, due ruote, due zip

sogni lontani, avanti dai
parlare e raccontare tutto quello che hai
La mia valigia, casa perfetta,
il massimo dal minimo indispensabile
note e parole, rimedi del cuore
e vivere in viaggio è un atto d’amore
Sui vetri del mare, del mare…
Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
Nel labirinto dei pensieri
lasciate spazio ai sognatori
La mia valigia, treno dei sogni,
piegati, perfetti, nascosti nel buio
nascosti nel caos, dentro di me viaggiare è sognare, è un atto d’amore
Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
Nel labirinto dei pensieri
lasciate spazio ai sognatori
La mia valigia è dentro, la mia valigia è il vento
Pronta a partire, pronta a tornare
Pronta a deviare di terra e a deviare di mare
La valigia è il mondo
è il mondo da amare

Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
La vita è viaggio, è cambiamento
La mia valigia è sempre in movimento


"UNA VALIGIA PIENA DI..." di E. Peroni

Nella valigia del tuo futuro, lo so,
vorresti mettere tante cose,
ma poche son quelle veramente preziose.
Per compiere un lungo viaggio,
se fossi in te, metterei il coraggio,
quella strana energia interiore
che ci aiuta a prendere la strada migliore.
E perché il cammino noioso non sia,
porterei con me la fantasia
che ci dischiude mondi inesplorati
e rende veri i sogni immaginati.
Se fossi in te, mai potrei scordare
la tenerezza nel saper amare
né perderei, a qualunque età,
la mia coscienza, la mia dignità.
Facendo in modo che non stia stretto,
metterei in valigia tanto rispetto:
rispetto per ciò che dona la natura,
rispetto per l'arte e per ogni cultura.
Rispetto per lo studio e il lavoro di domani,
rispetto per i deboli e per gli anziani;
rispetto per chi ti ha cresciuto ed educato,
per ogni persona che un po' di sé ti ha dato.
Infine, non scorderei tanta lealtà
che viaggia insieme alla sincerità.
C'è ancora posto nel tuo bagaglio?
Allora mettici anche qualche piccolo sbaglio.


LA VALIGIA NELL'ARTE - VIDEO



LA NOSTRA VALIGIA/KAMISHIBAI





BUON ANNO SCOLASTICO

 A TUTTI!!!



















I NOSTRI LAPBOOK SULLE REGIONI D'ITALIA

Questa frase di Einsten è davvero di grande ispirazione per chi di mestiere fa il docente, è un'indicazione di metodo che più spesso andrebbe seguita, per stimolare un apprendimento attivo ed efficace nei propri alunni.
Proprio ispirate da questo principio, io e le mie colleghe Renata Valsecchi e Silvia Di Pasquale, con la collaborazione anche delle nostre insegnanti di sostegno, abbiamo pensato di proporre lo studio delle Regioni d'Italia con attività interdisciplinari e con una metodologia attiva: learning by doing, che ha visto i nostri 48 alunni impegnati nella costruzione di un LAPBOOK per ogni Regione.

Siamo partiti realizzando tutti insieme il Lapbook della Lombardia, Regione in cui viviamo,  utilizzando le indicazioni del libro seguente:


Successivamente i ragazzi, a gruppi di due o tre, hanno poi costruito tutti gli altri diciannove Lapbook, organizzandosi e lavorando sia a scuola che a casa.
A conclusione del lavoro, abbiamo indetto la FESTA DELLE REGIONI, due momenti in cui tutti hanno potuto illustrare ai compagni il lavoro prodotto e spiegare ciò che avevano imparato. La degustazione dei prodotti tipici regionali ci ha infine permesso di concludere l'esperienza in modo piacevole e gustoso e, per questo, vanno ringraziati i genitori per l'aiuto e la disponibilità che ci hanno offerto.
Le discipline coinvolte in questa unità didattica sono state:
GEOGRAFIA  studio delle Regioni.
ITALIANO Attività di ricerca e di lettura. Stesura dei testi da inserire. Comunicazione orale efficace.
INFORMATICA Utilizzo di PC e tablet per le ricerche online.
TECNOLOGIA Progettazione e creazione dei template da inserire.
ARTE decorazione dei Lapbook.
Qui sotto il filmato che documenta la bella esperienza vissuta. 




DALLA CREATIVITA' AL DESIGN


UN AMORE DI OGGETTO... UN OGGETTO D'AMORE

Un “amore di oggetto”
è un oggetto che colpisce gli occhi,
che incuriosisce,
lo guardo e mi chiedo da quale mondo esso arrivi,
lo scruto e ne sento la voce e i pensieri …
con lui mi perdo nei suoi giorni passati,
poi lo accolgo nel presente…

e come il gatto di Alice


non gli indico una direzione dove andare:
“…se cammini abbastanza, da qualche parte arrivi di sicuro…”

e come il Piccolo Principe fa con la volpe

anch’io mi prendo cura di lui,
gli dedico il mio tempo,
lo trasformo con la mia voglia di creare,
lo rendo nuovo, migliore,
per me e per gli altri…
forse lo addomestico…

lo rendo “oggetto d’amore”.
QUESTO E’ DESIGN


Potrebbe sembrare improbabile parlare di Design a bambini di nove anni, invece il percorso che ho  intrapreso con loro è stato arricchente e stimolante: io ho potuto esplorare questo mondo artistico con occhi nuovi e i miei alunni hanno avuto modo di sperimentare la vera creatività che non è improvvisazione fine a se stessa o casualità artistica più o meno riuscita, ma progettualità finalizzata, sganciata da schemi rigidi, stereotipati e imposti, che li ha portati a creare esprimendo se stessi.   
Un grande ringraziamento va al TRIENNALE MUSEUM DI MILANO che, come in altre occasioni, mi ha offerto gli stimoli più adeguati per porre in atto un' occasione didattica interdisciplinare e innovativa. Un Museo che mi sento di descrivere attraverso il seguente acrostico che ne spiega bene le peculiari caratteristiche:


T RASMIGRARE >Uscire dalla scuola per fare scuola, fare didattica
abitando nuovi ambienti

R IELABORARE >Trasformare ciò che si è appreso, riutilizzare conoscenze
per renderle competenze

I NVENTARE >Cogliere l'opportunità di imparare e provare a lavorare con
fantasia e creatività

E SPLORARE > Scoprire e conoscere soluzioni alternative che permettano
lo sviluppo del pensiero divergente

N EGOZIARE >Scambiare pareri, ipotesi, idee nella logica di un confronto
costruttivo

N UTRIRE> far crescere la voglia innata del "bello", sviluppando il senso
estetico

A PPLAUDIRE>Riconoscere il talento di grandi artisti e apprezzarne la

valenza

L IBERARE >Sganciare la mente da schemi rigidi e sterili ed eliminare inutili
stereotipi

E SPRIMERE > Comunicare pensieri e idee, rivelando la propria personalità

Parlerò di questa esperienza come di un viaggio a tappe, perché è così che l’ho vissuta. C’è stata  una programmazione iniziale di massima e poi, in itinere, è stato necessario adeguare strategie e interventi  in relazione agli interessi e alle sollecitazioni dei bambini ed anche alle esigenze organizzative della quotidianità scolastica. 

PRIMA TAPPA



Il ritratto nell'arte

·        Visione di una presentazione in power point sul ritratto per introdurre l’argomento e guidare gli alunni ad una visione attenta di opere d’autore relative a diversi movimenti artistici ed alla riflessione sui principali valori compositivi, espressivi e comunicativi delle stesse. 


  • Visione di immagini fotografate e di dipinti di volti di persone anziane con particolare attenzione all’espressività, riflettendo sui codici estetici. 
                         scarica scheda IL RITRATTO DI ANZIANI

  • Presentazione monografica dell’artista Joseph Cornell e osservazione guidata delle sue opere: le “scatole” di Cornell.    

La proposta didattica aveva l'obiettivo di avvicinare gli alunni al mondo dell’arte cercando, attraverso la visione di opere figurative, di far comprendere delle regole di una grammatica del vedere e del produrre immagini, senza le quali non è possibile una reale comprensione dell’opera artistica.
Successivamente ho proposto attività di produzione grafico-pittorica per spingere i bambini ad abbandonare gradualmente le forme stereotipate del disegno di un volto.
  • Ogni bambino produce il ritratto di un/a compagno/a assegnatogli dall’insegnante senza comunicarlo agli altri, alla fine i lavori vengono appesi in sequenza e ogni alunno deve indovinare di chi si tratta. Alla fine dell’attività si verifica chi ha indovinato di più e quale ritratto è stato più riconoscibile. Tutto ciò offre lo spunto per una riflessione critica e conoscitiva dei disegni degli alunni, essi stessi sono in grado di accorgersi come attraverso poche caratteristiche, messe in evidenza da alcuni tratti grafici precisi, possano ben rappresentare un volto.
  • Osservazione di ritratti eseguiti da Klee e Munari realizzati con pochi segni di riconoscimento, esercizi di copia degli stessi e completamento/ arricchimento con ulteriori particolari. Realizzazione di ritratti utilizzando poche forme, linee o macchie di colore. Tale attività conduce a riconoscere come la semplificazione nasca da un levare i particolari, per raggiungere “l’essenziale”. I bambini hanno dovuto decidere quali parti del viso o quali elementi distintivi disegnare e quali tralasciare e sono stati sollecitati a fare tante prove fino a trovare un’immagine che li soddisfasse.
















  • Lettura di una semplice recensione del romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde e successivamente disegno del proprio autoritratto,  immaginandosi anziani



    ·        Lavoro sulle espressioni del volto di immagini fotografate e fotocopiate della propria faccia, accentuandole con il ritocco e il colore.
    ·        Gioco “Le metamorfosi di un volto”: utilizzando ancora le fotocopie ingrandite delle fotografie del proprio volto si passa ad un’attività di ritaglio di alcuni elementi delle stesse: capelli, occhi, naso, mento, bocca … successivamente i bambini compongono su un cartoncino, con la tecnica del collage, un nuovo volto composto da elementi presi da foto diverse, provando anche ad incollarli aumentando o diminuendo lo spazio tra loro o disponendoli con diversa inclinazione.
    Sperimentando innumerevoli possibilità di abbinamento hanno compreso come ogni particolare del viso sia fondamentale per personalizzare un ritratto.


    ·       ·       A partire dallo stimolo delle opere di Cornell e da quelle di Arcimboldo, i bambini hanno creato il ritratto di persone appartenenti ad alcune categorie caratteriali: l’ordinato, il naturalista, il goloso … scegliendo di inserire in una scatola oggetti e materiali che mettessero in luce alcune caratteristiche del personaggio rappresentato. Importante è stata anche la scelta del contenitore più adatto. ECCO ALCUNI ESEMPI:


    L'ORDINATO
    IL GOLOSO

    LO SPORTIVO

    IL VIAGGIATORE

    LE NOSTRE SCATOLE ISPIRATE A CORNELL SONO STATE ESPOSTE IN TRIENNALE IN OCCASIONE DELLA NOSTRA VISITA AL MUSEO...

    CHE ONORE!!!






    SECONDA TAPPA

    La descrizione - tipologia testuale

    Ho presentato agli alunni la tipologia testuale della descrizione con le caratteristiche che la contraddistinguono e la differenziano dalla narrazione:
    In collegamento con le attività di arte e immagine ci si è soffermati in particolare sulla descrizione di persone e oggetti.
    Descrizione della persona
    · Proposta di letture relative a descrizioni di  persone, sia di tipo soggettivo che di tipo oggettivo, invitando ad individuarne le diverse caratteristiche.
    Per guidare alla costruzione di un testo descrittivo si è proceduto inoltre:
    -        all’analisi della struttura di testi descrittivi , come traccia di riferimento per stenderne di nuovi;
    -        alla rilevazione dei paragoni presenti nei testi e alla creazione per analogia di altri, riferiti a persone conosciute dagli alunni.
    -        Alla raccolta di tavole lessicali, per arricchire le produzioni testuali.
    Ho proposto la lettura di testi poetici, celebri fiabe, racconti, testi epici e, in seguito, gli alunni hanno effettuato ricomposizioni individualmente o in piccoli gruppi di lavoro.
    ·   Dopo la lettura della recensione del romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, i bambini hanno immaginato di essere persone anziane e hanno provato a descriversi. A scelta potevano parlare del loro volto, del loro aspetto fisico e anche del loro modo di vivere, di comportarsi o delle loro abitudini.
    La lettura in classe di alcuni passi dei vari testi è diventata stimolo per una conversazione sui canoni della bellezza, sulle caratteristiche piacevoli di ogni fase della vita, sugli stereotipi legati ai valori estetici dell’apparire.
    ·   Produzione del testo: “Un ritratto insolito della mia maestra”, dopo aver osservato attentamente gli oggetti contenuti nella  borsa dell'insegnante e aver raccolto le relative riflessioni con una attività di brainstorming. 
     Alla fine del lavoro i bambini hanno prodotto un cartellone con le frasi più significative dei loro testi  e la foto degli oggetti analizzati disposti in modo da creare una composizione-ritratto.
     
    LA MAESTRA MARINA



    TERZA TAPPA



    Il significato e il significante

    Nella definizione di segno linguistico ho guidato gli alunni a distinguere l’elemento formale o esterno, costituito dal significante, dall’elemento intrinseco, concettuale, costituito dal significato, per arrivare a comprendere che qualsiasi segno esiste solo grazie alla relazione tra significante e significato, in quanto il significante è la forma fonica o grafica utilizzata per richiamare l'immagine che, nella nostra mente, è associata a un determinato concetto, o significato.
    Si è passati poi all’analisi delle possibili relazioni, iconiche o arbitrarie che possono esistere tra un significato e il suo significante.A questo scopo ho proposto:
    -        lettura dell’opera “Ceci n’est pas une pipe” di René Magritte
    -        riflessione su alcuni passaggi di:





    ascolto e analisi di parte del testo della canzone 

    “Megamix” tratta dall’album “Ora” di Jovanotti




      AL TRIENNALE DESIGN MUSEUM CI SIAMO ESIBITI CON UNA COREOGRAFIA SULLE NOTE 
      DI  MEGAMIX DI JOVANOTTI!

      QUARTA TAPPA


      Il Design

      ·       In preparazione della visita, progettata al Triennale Design Museum di Milano, abbiamo letto in classe i seguenti testi:
      -        “Design” di Ewa Solarz – Comma22 editore

      per incuriosire i bambini e condurli alla comprensione dei seguenti aspetti che riguardano l’argomento:
      -        CHI PROGETTA/CHI REALIZZA/CHI UTILIZZA
      (dalla progettazione dell’oggetto, alla sua concretizzazione e al suo consumo per scoprire i tre proprietari dell’oggetto stesso)
      -    LA SCOPERTA DEI VALORI DELL’OGGETTO
           ( - valore funzionale o valore d’uso
             - valore di status o valore di stile
             - valore poetico àche soddisfa nell’ uomo il profondo desiderio nascosto di arte e di poesia)   

        · Si propongono le attività interattive presenti nella sezione giochi del sito del Museo:

      “trova il designer” ( i bambini scoprono la poltrona “Proust” di Alessandro Mendini, la sedia “Singer” di Bruno Munari o ancora la libreria “Carlton” di Ettore Sottsass. In questo gioco infatti viene chiesto di abbinare l’oggetto al suo creatore)
       “la sedia magica”“disegna la tua lampada” (i bambini possono fingersi designer costruendo una sedia o una lampada d’invenzione con parti di animali e oggetti con possibilità poi di inviarla alla gallery)
      “alfabetiere” ( ai bambini viene presentato un alfabeto fatto di tante tesserine interattive che hanno su una facciata la lettera e un oggetto di design e sull’altra il nome dell’oggetto e l’indicazione del produttore)
       “che oggetto è”  (mette alla prova lo spirito d’osservazione e di immaginazione perché, partendo da un particolare, i bambini devono indovinare di quale tipo di oggetto si tratta e, una volta data la risposta giusta, potranno leggere una breve spiegazione sullo stesso)
       “colora la tua tovaglietta” (prevede un’immagine da scaricare con le illustrazioni della storia di Frisello, personaggio guida del museo)
       “arreda con i colori” (i bambini possono sbizzarrirsi ad arredare una stanza vuota con gli oggetti dei designer famosi).



      E POI...TUTTI IN TRIENNALE!!!

      Abbiamo effettuato una visita guidata alla scoperta del Triennale Design Museum dove gli alunni sono stati accompagnati dagli educatori di TDMKids che hanno offerto loro un’esperienza attiva di comprensione non solo del design, ma anche del rapporto che l'uomo ha con gli oggetti e delle storie che ogni oggetto porta con sé.
      Al Museo, agli alunni sono stati proposti anche dei  laboratori didattici, concepiti coinvolgendo una serie di progettisti e designer con la supervisione del Dipartimento di Scienze della Formazione Primaria dell’Università Bicocca di Milano e dedicati in modo specifico alla disciplina del design, con l’intento di avvicinare i bambini al bello, all’utile e al mondo dei materiali con un’impronta legata al metodo progettuale proprio dei designer.







      QUINTA TAPPA



      Progettare e creare: la nostra mostra di Design



      Stimolati e ispirati, dopo la visita al Triennale Museum, a scuola abbiamo lavorato con la metodologia del cooperative learning per realizzare la nostra personale mostra di design da aprire al pubblico in occasione della consueta festa della scuola che si tiene alla fine dell'anno scolastico. 
      Il lavoro è stato squisitamente di tipo interdisciplinare e ha visto la collaborazione di tutti i docenti delle classi quarte che si è rivelata sinergica e produttiva. 
      Un aiuto prezioso ci è stato dato innanzi tutto dal Responsabile del TDMkids Michele Corna che, da esperto, ha saputo guidarci nella realizzazione pratica sia degli oggetti che dell'allestimento della Mostra, dalla collaborazione della Professoressa Franca Zuccoli che ci ha inserito, come aiuto nella realizzazione del progetto, una sua tirocinante dell'Università Milano-Bicocca e poi sono stati molto efficienti anche tutti i genitori dei nostri alunni che ci hanno procurato un'infinità di materiali di scarto e da bricolage, talmente vari da offrirci mille possibilità di riutilizzo.

      Le fasi di lavoro sono state le seguenti:

      • Analisi oggettiva degli oggetti portati a scuola (TECNOLOGIA)
      • Classificazione dei materiali di recupero e di scarto industriale, utili per la trasformazione degli oggetti di uso comune in nuovi oggetti di design (SCIENZE)
      • Progettazione e disegno del nuovo oggetto con coloritura ad acquerello (ARTE E TECNOLOGIA)
      • Creazione degli oggetti ideati con l’utilizzo di tecniche di vario genere (ARTE E TECNOLOGIA)
      • Produzione in gruppo di testi narrativi/descrittivi di tipo realistico o fantastico per raccontare gli oggetti di design realizzati da raccogliere in un fascicoletto (LINGUA ITALIANA)
      • Realizzazione a scuola di una mostra divulgativa dello studio effettuato, con esposizione dei progetti realizzati e degli oggetti prodotti (ARTE E TECNOLOGIA)
      IMMAGINE DI COPERTINA DEL LIBRETTO REALIZZATO E DELLA LOCANDINA DELLA MOSTRA 

      • ECCO ALCUNI ESEMPI DI CIO' CHE ABBIAMO CREATO:

      • UN CESTO DI VIMINI E UN CERCHIONE DI PNEUMATICO TRASFORMATI IN UN PORTAOMBRELLI

      • LA STORIA DI UN CERCHIONE

       Quel giorno era proprio sfortunato: il signor Giovanni, sceso dalla sua nuovissima automobile Lancia, si accorse che il cerchione della ruota destra anteriore non c’era più! Dov’era finito? Forse si era staccato durante il viaggio. Già, era andata proprio così, era finito sul ciglio della strada, vicino ad un parcheggio. Proprio lì, Alessia lo ha trovato e tutta contenta lo ha preso e lo ha portato a scuola per costruire un oggetto di design per il nostro progetto di arte. Il cerchione era ancora stordito per il volo fatto, quando si trovò in quarta C, i bambini guardandolo pieni di curiosità, pensarono a come trasformarlo, alla fine venne loro un’idea formidabile: appoggiato ad un cesto poteva diventare un originale portaombrelli e così il gruppo iniziò a progettare. I bambini divisero il cesto dal cerchione e portarono fuori il cesto per colorarlo, il cerchione si sentì solo e si rattristò, poi vide tornare il cesto color argento, cioè del suo stesso colore e capì che i piccoli designer erano usciti per spruzzarlo con la vernice, il cerchione abbracciò il cesto e si unì a lui, ormai erano diventati inseparabili. In seguito il porta ombrelli fu rivestito all’interno con la carta di plastica per renderlo impermeabile all’acqua e poi il lavoro terminò. Per la festa della scuola fu organizzata una mostra, il cerchione diventato portaombrelli era pazzo di gioia, soprattutto quando fra i visitatori vide il signor Giovanni che però fortunatamente non lo riconobbe: non avrebbe proprio avuto voglia di tornare insieme a lui e finire nuovamente a girare come un pazzo aggrappato ad una ruota!!!

      • UNA PENTOLA E' DIVENTATA UN OROLOGIO DA CUCINA









      • STORIA DI UN PENTOLINO


      • Tutto cominciò da un pentolino, dei cucchiaini e un
        po’ di fantasia.
        L’idea iniziale era di costruire un orologio a pendolo, ma in seguito si accese una lampadina e nacque un pensiero comune: creare un semplice orologio perché il pendolo era troppo complesso.
        Grazie al tempo a disposizione, decidemmo di decorare di più l’orologio e di dargli una caratteristica:
        il tema marino. La pentola non aveva niente a che fare con il mare, e c’era anche mancanza di materiale e per
        questo motivo il progetto finale fu “KITCHEN TIME” un meraviglioso orologio da cucina.
        Il nostro oggetto di design è un orologio dalla forma rotonda. È fatto di ferro ed è una pentola, di colore arancione con un
        manico progettato per appenderlo. Il tema richiama la cucina infatti per indicare le ore abbiamo posizionato della pasta anziché dei numeri.
        Al centro c’è un meccanismo con delle lancette attaccate. Questo oggetto potrebbe comprarlo chiunque, ma il compratore
        ideale è una persona che ha una cucina moderna e che abbia molto gusto per acquistarlo.

        UNA BUFFA LAMPADA REALIZZATA CON DUE CONI BOBINA DA MAGLIERIA, CONTENITORI E TAPPI DI PLASTICA


        IL FACCIALUME

        C’era una volta una normalissima ciotola di plastica, acquistata da una famiglia che viveva in una casa a New York.
        In quel pomeriggio, il marito uscì di casa e tornò con una ciotola nuova e splendente. Allora la moglie, nel vedere la
        nuova ciotola, gettò quella vecchia nel cassonetto che si trovava sul retro della casa.
        In quel momento però il cassonetto stava schiacciando un pisolino, si svegliò di soprassalto nel sentir piangere qualcuno e subito dopo vide la ciotola disperata. Si rivolse a lei con estrema delicatezza:
        “Perché piangi?” “Perché sto per morire” rispose affranta la ciotola. “Non morirai di certo, non preoccuparti, abbi
        fede!”disse il saggio cassonetto.
        “Tu mi illudi!” ribatté un po’ scocciata la ciotola. Non fece in tempo a finire la frase che arrivò il camion dei rifiuti
        e svuotò il cassonetto. “Addio!!!” Si sentì urlare dal camion. La mattina seguente la ciotola si ritrovò in uno scatolone insieme ad altri oggetti: una bocca di plastica, due coni di plastica, due tappi, tre piedistalli,
        tre monete, un filo di corrente e una lampadina.
        Tutti erano alquanto stupiti, non riuscivano a capire cosa sarebbe potuto accadere loro.
        “Cosa ci vogliono fare?” chiesero quasi all’unisono, ma nessuno rispose.
        Subito dopo sentirono lo scatolone muoversi, poi vennero gettati in un macchinario e quando ne uscirono erano tutti assemblati, ognuno di loro aveva contribuito a creare il “FACCIALUME”, che divenne l’oggetto di design più venduto al mondo. E VISSERO FELICI E ASSEMBLATI!



        SOTTOVASI, COMPENSATO, VITI E BULLONI HANNO DATO VITA AD UNA GRANDE BILANCIA

        UNA CASETTA PER UCCELLINI A PIU PIANI COSTRUITA CON LEGNI ED ELEMENTI NATURALI

        UNO SPAZIO DELL'ESPOSIZIONE DEDICATO ANCHE ALLE NOSTRE SCATOLE DI CORNELL

        VISITA ALLA MOSTRA SEGUENDO IL PERCORSO TRACCIATO SUL PAVIMENTO

        OGNI OGGETTO HA IL SUO PROGETTO: CARTELLONI SU CARTA DA PACCO CON STUDI PREPARATORI, ANALISI DEI MATERIALI DA UTILIZZARE E BOZZETTI REALIZZATI AD ACQUERELLO


                                                                                          
      • UN AUTOREVOLE PARERE SU QUESTO LAVORO                                                          L'attenzione sviluppata in questo progetto nei confronti degli oggetti è un elemento fondamentale per la vita di ogni persona, ed in particolare per quella dei bambini. Ciò avviene essendo l’oggetto un condensatore di relazioni; in esso non leggiamo semplicemente un ritratto del suo possessore, ma relazioni tra storie, persone, luoghi, che trattengono lo spirito esistenziale di un ambiente. L’oggetto diviene metafora del vivere.[1] Questi oggetti con cui quotidianamente ci relazioniamo possono rientrare nella sfera più ampia delle cose, perché, come ci ricorda Remo Bodei, il significato di cosa è dunque più vasto di quello di oggetto, ed è proprio per questo che […] investiti di affetti, concetti e simboli che individui, società e storia vi proiettano, gli oggetti diventano cose, distinguendosi dalle merci in quanto semplici valori d’uso e di scambio o espressione di status symbol […].[2] Osservare profondamente le cose, rifletterci insieme, lavorare operativamente nell'ambito dell'arte e del design è stata per ogni bambino una grande occasione. Non più solo consumatori inconsapevoli, ma attivi autori, che di fronte alle difficoltà di progettazione e realizzazione hanno dovuto attingere a tutte le possibili strategie, confrontandosi e discutendo. L'ideazione di questo percorso e lo studio attento e curioso di ogni forma artistica si deve a docenti preparate e aggiornate, che rischiano di implicarsi in campi a volte dimenticati dalla scuola, un'occasione speciale per tutti, un sapere lavorare e sperimentarsi con grande professionalità.
        Non da ultima la voglia di misurarsi con un museo contemporaneo, il Triennale Design Museum, e con le sue esposizioni, creando una circolarità virtuosa tra opere esposte e creatività dei bambini, che ha visto la sua concretizzazione in una mostra a scuola realizzata secondo i migliori canoni espositivi, che ha emozionato profondamente i visitatori.                                                                                                                              Franca Zuccoli



        [1]     La Cecla F., Non è cosa: vita affettiva degli oggetti, Elèuthera, Milano, 1998., p. 9.
        [2]     Bodei R., La vita delle cose, Laterza, Roma-Bari, 2009, p. 22.   

                                                                         



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